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Castrum Minervae: Tra Mito, Storia e Archeologia

​Virgilio, nell'Eneide, riferisce che Enea, giunto in Italia in fuga dalla distruzione di Troia, sbarcò a Castrum Minervae, di fronte a Butroto, sito archeologico albanese, nell'Epiro, sede del santuario di Dodona, un luogo quest’ultimo di grande importanza religiosa per il mondo greco antico,per la presenza dell’antico oracolo greco il più prestigioso dopo quello di Delfi.
Così narra Enea nel poema virgiliano:
"ci spingiamo innanzi sul mare quando da lungi scorgiamo oscuri colli e il basso lido dell'Italia Le invocate brezze rinforzano, e già più vicino si intravede un porto, e appare un tempio di Minerva su una rocca. I compagni ammainano le vele e volgono a riva le prore".
Il porto di Castrum, l’attuale Castro, oggi pugliese o meglio ancora salentino, era dominato da un alto promontorio in cima a cui si ergeva un maestoso tempio consacrato alla Dea Minerva, l'Atena dei Greci. Il porto era un punto strategico sulle rotte marittime lungo il promontorio iapigio, tra Otranto e Leuca .
Il tempio, di origini probabilmente messapiche, attraversò diverse fasi storiche diventando prima greco e poi romano. Nel corso dei secoli, venne ripetutamente restaurato e abbellito, acquisendo una crescente fama grazie ai miracoli attribuiti alla divinità venerata al suo interno. Questa fama attirò un numero sempre maggiore di fedeli, trasformandolo in un importante centro di pellegrinaggio.
La continua affluenza di devoti non solo consolidò il tempio come luogo di culto, ma anche come un vivace centro economico. Attorno al tempio si sviluppò un florido commercio di souvenir religiosi, tra cui statuette votive, amuleti e altri oggetti sacri. Inoltre, il tempio stimolò la produzione e la vendita di cibo e prodotti artigianali locali, creando un mercato variegato che rifletteva le diverse epoche storiche che il tempio aveva attraversato. Questo commercio contribuì significativamente allo sviluppo economico e culturale della regione, facendo del tempio un punto di riferimento sia spirituale che economico.
Castrum Minerve venne abitata dai Messapi, antica popolazione illirica, come si evince sulla Mappa di Soleto, la più antica mappa geografica occidentale proveniente dall'antichità classica, attualmente conservata nel Museo archeologico nazionale di Taranto.
Successivamente venne colonizzata dai Greci e nel 123 avanti Cristo divenne colonia romana con il nome di Castrum Minerve, come risulta anche nella tavola peutingeriana, una copia del tredicesimo secolo di un'antica carta romana che mostra le vie militari dell'Impero romano, conservata oggi presso una biblioteca Viennese.
Ultimamente le scoperte del busto di Minerva e dell'altare del tempio, insieme ai numerosi altri reperti ritrovati, hanno contribuito a mettere in luce la ricchezza storica e culturale di Castro. Le ricerche e gli scavi futuri promettono di svelare ulteriori segreti di questa affascinante località, arricchendo ulteriormente la nostra comprensione della storia antica del Salento.

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